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Eco

Collezione privata di Massimiliano R. Padre, musicista e scrittore. Uomo.

La vita scorre e sedimenta, lasciando risuonare ricordi oggettivati e parcellizzati fino ad una concretezza parossistica.
Il tempo cristallizza in riverberi di chiarore, su una superficie materica, grezza, quasi cicatriziale, metafora dell'esperienza umana, che nella sua complessità di sfumature non trova racconto, se non in un'eco sorda di immagini senza parole e tagli preziosi, capaci di catturare luce e buio, restituendo il bagliore indistinto e pastoso dell'esistente.
La chitarra (dalla scanzonata derivazione pop) diventa, privata delle corde e resa tela di un dipinto tridimensionale, simbolo di un discorso sospeso, incompiuto, profondamente afasico, proprio come la pretesa di rendere narrabile la dimensione umana.
La vita assume i tratti di una sostanza contratta e ineffabile; scompone e ritratta le geometrie dorate di superficie in graffi "lunari", misteriosi, imponderabili: sull'illusione di un discorso logico, lineare, sontuoso si inserisce inesorabile la frammentazione cupa, eppure luminescenti, di un universo in continua collisione: il misterioso essere dell'Uomo.

L’opera è dedicata a un uomo, rimasto ragazzo per scelta, mentre canta con sua figlia, nell’intimità di una roccaforte chiamata casa.
Questo bambino ormai grande, sorpreso degli anni inspiegabilmente accumulati, intona l’eco di un fiume, che chiama vita. Fluttua , sorridente, sul pelo dell’acqua, mentre in lui risuona una profondità non detta, struggente come il passare dei giorni e come lo stratificarsi incessante di troppo sentimento. Per mano ha sua moglie. Davanti una promessa.

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