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Opsis (Sguardo)

Dalla collezione privata di Carlo Gorla.
(Opera realizzata in occasione della XIII edizione di MAB, Premio Internazionale di Danza Classica Maria Antonietta Berlusconi per i Giovani, 12 giugno 2022, come tributo all’amicizia dimostrata verso l’evento ed il supporto alle giovani generazioni di artisti del Balletto)

Opsis è lo sguardo acuto che scardina lo schema e intesse un rapporto profondo, materico, inatteso, con scenari apparentemente monolitici: è una versione acuta della realtà, scomposta e restituita in soluzioni plastiche incompiute, dinamiche, vive, oltre la retorica di una geometria rassicurante.
Nell’imperfezione della solidità, accennata e negata dalla costruzione di un cubo “ferito” (con anima in cemento e finiture in foglia oro, sulla superfice impreziosita e rotta da graffiature volumetriche), emergono gradazioni articolate della struttura.
E’ la resa oggettuale di un vivace intrecciarsi di punti di vista: risposta curiosa all’afasia di certezze statiche. L’opera vuole celebrare il potere disvelante dello spirito sensibile ed acuto, di chi si offre alla lettura dei fatti con originalità, per scavare nel tessuto profondo di costruzioni culturali consolidate.
Il cubo rotto, scalfito dal dubbio e arricchito dal coraggio dell’eterodossia, restituisce all’osservazione il sapore della genialità: guardare è trovare e creare, con una prospettiva viva, nutrita di intelligenza e dubbi.

Carlo Gorla, professionista della comunicazione televisiva di indiscussa levatura, è uomo dalla tempra vivace, ironia, schietta.
Nella certezza di valori personali e familiari imprescindibili, che ne forgiano la personalità limpida, pratica con costanza l’ascolto curioso verso gli esseri umani, abdicando alla comodità del preconcetto, per abbandonarsi alla scoperta quasi avventurosa di territori di confine esistenziali, in cui scorgere dinamiche profondamente autentiche. Acuto, intuitivo, aperto al confronto, vive l’entusiasmo come il grimaldello con cui forzare assiomi sociali e culturali, di cui non si accontenta.
Disponibile con i giovani, traduce una figura lavorativa “imponente”, in un viatico per alimentare passione e senso critico. Rinuncia all’algida etichetta del ruolo, con la preziosa consapevolezza di un’indomabile libertà di pensiero.

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